Purtroppo è deceduto l'artista del popolo, il grande Mario Merola, così descritto nel manifesto di lutto affisso in piazza e in molte strade del suo capoluogo. Il figlio, Francesco, l'ha definito il padre di Napoli, io, dal Trentino, lo definisco un insegnante. Proprio in questi giorni in cui si parla ridendo di una miseria inaudita come quella di trovare una giovane prof. in atteggiamenti osceni con degli alunni penso a lui. Una persona semplice, fatta di cose reali e vita vera che ha provato, con grande umiltà e l'unico strumento che aveva a disposizione ha provato, alle volte riuscendoci altre meno, a parlare alle persone. Ha provato a spiegar loro quelli che erano a suo parere i valori in cui credere e le cose per cui vale la pena lottare. Con tanta ignoranza ma altrettanta umiltà ha insegnato ai Napoletani di volersi bene e loro lo piangono come un famigliare. Peccato che persone intelligenti come i nostri insegnanti che hanno avuto modo di incontrarci nel momento della nostra vita di bambini prima e adolescenti poi non abbiamo mai sprecato un solo minuto per insegnarci valori come questi.
Oddio, da un inquietante episodio di cronaca si è passati a Mario Merola, e mi sorprendono parecchio le cose scritte qui! Non ho idea di chi fosse questo cantante, e sinceramente mai e poi mai avrei pensato che si potesse definire un insegnante; per l'ennesima volta, però, mi sono chiesto in che razza di Paese io mi trovi a vivere, e chiamatemi pure orso e anche insensibile. Non riesco infatti, e mai riuscirò a concepire un funerale con applausi, cori da stadio, striscioni tra la folla e stendardi alle finestre, pianti isterici di gente che non conosceva minimamente il defunto, se non attraverso le sue canzoni; credo che così facendo si faccia un torto alla persona che si sta accompagnando al cimitero; non dico di essere per forza tristi, contriti e di tenere il lutto per mesi e mesi, ma penso che tra i due opposti ci possa e debba anche essere una via di mezzo... e per quel che riguarda la scuola, appuntamento serio a uno dei prossimi interventi.
A proposito di Merola, condivido l'oipnione del proprietario del blog. E soprattutto, che senso possono avere i fuochi d'artificio in un funerale?? A me è sembrato tutto quanto eccessivo e un tantino kitsch, senza offesa per quelli che hanno perso una persona a cui volevano bene, in un modo o nell'altro. Detto questo, ribadisco che il tutto era assai lontano dalla mia sensibilità trentina. Lasciando il serio per tornare al faceto, concluderei con:"W le paperellen!"
Concordo con il "curioso" ..Ih!ih! Ah, se morissi io e qualcuno di voi due, fenomeni, decidesse di sparare i fuochi ne sarei felicissima..Il mio lato Terronen alle volte esplode!
Anzol, purtroppo devo ancora una volta "polemizzare" con te, io non sostengo che sparare fuochi d'artificio a un funerale possa offendere il morto, ma piuttosto penso che si possa ricordarlo usando altre modalità, dai, non dirmi che vorresti veramente partecipare a un funeerale con petardi e fuochi d'artificio tipo Notte di Fiaba?!
Ma se é il defunto stesso che prima di andarsene ha dichiarato che gli piacerebbe che si sparassero il giorno della sua dipartita e se i parenti concordano a te ???Noh???
10 commenti:
Purtroppo è deceduto l'artista del popolo, il grande Mario Merola, così descritto nel manifesto di lutto affisso in piazza e in molte strade del suo capoluogo. Il figlio, Francesco, l'ha definito il padre di Napoli, io, dal Trentino, lo definisco un insegnante. Proprio in questi giorni in cui si parla ridendo di una miseria inaudita come quella di trovare una giovane prof. in atteggiamenti osceni con degli alunni penso a lui. Una persona semplice, fatta di cose reali e vita vera che ha provato, con grande umiltà e l'unico strumento che aveva a disposizione ha provato, alle volte riuscendoci altre meno, a parlare alle persone. Ha provato a spiegar loro quelli che erano a suo parere i valori in cui credere e le cose per cui vale la pena lottare. Con tanta ignoranza ma altrettanta umiltà ha insegnato ai Napoletani di volersi bene e loro lo piangono come un famigliare. Peccato che persone intelligenti come i nostri insegnanti che hanno avuto modo di incontrarci nel momento della nostra vita di bambini prima e adolescenti poi non abbiamo mai sprecato un solo minuto per insegnarci valori come questi.
Oddio, da un inquietante episodio di cronaca si è passati a Mario Merola, e mi sorprendono parecchio le cose scritte qui! Non ho idea di chi fosse questo cantante, e sinceramente mai e poi mai avrei pensato che si potesse definire un insegnante; per l'ennesima volta, però, mi sono chiesto in che razza di Paese io mi trovi a vivere, e chiamatemi pure orso e anche insensibile. Non riesco infatti, e mai riuscirò a concepire un funerale con applausi, cori da stadio, striscioni tra la folla e stendardi alle finestre, pianti isterici di gente che non conosceva minimamente il defunto, se non attraverso le sue canzoni; credo che così facendo si faccia un torto alla persona che si sta accompagnando al cimitero; non dico di essere per forza tristi, contriti e di tenere il lutto per mesi e mesi, ma penso che tra i due opposti ci possa e debba anche essere una via di mezzo... e per quel che riguarda la scuola, appuntamento serio a uno dei prossimi interventi.
A proposito di Merola, condivido l'oipnione del proprietario del blog. E soprattutto, che senso possono avere i fuochi d'artificio in un funerale?? A me è sembrato tutto quanto eccessivo e un tantino kitsch, senza offesa per quelli che hanno perso una persona a cui volevano bene, in un modo o nell'altro. Detto questo, ribadisco che il tutto era assai lontano dalla mia sensibilità trentina. Lasciando il serio per tornare al faceto, concluderei con:"W le paperellen!"
Voi due avete parecchie cose in comune, mai pensato ad un'avvicinamento????
Concordo con il "curioso" ..Ih!ih!
Ah, se morissi io e qualcuno di voi due, fenomeni, decidesse di sparare i fuochi ne sarei felicissima..Il mio lato Terronen alle volte esplode!
Chi si avvicina troppo al sottoscritto rischia, purtroppo, di bruciarsi... comunque fuochi d'artificio non ne farò mai, a nessun funerale!
Peccato...Festeggiare i defunti non li offende.
Aggiungo solo che la comunicazione nel blog forse non fa per me, tendo a divagare e a non stare sull'argomento di partenza...Sorry..
Anzol, purtroppo devo ancora una volta "polemizzare" con te, io non sostengo che sparare fuochi d'artificio a un funerale possa offendere il morto, ma piuttosto penso che si possa ricordarlo usando altre modalità, dai, non dirmi che vorresti veramente partecipare a un funeerale con petardi e fuochi d'artificio tipo Notte di Fiaba?!
Ma se é il defunto stesso che prima di andarsene ha dichiarato che gli piacerebbe che si sparassero il giorno della sua dipartita e se i parenti concordano a te ???Noh???
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