28 ottobre 2011

Silenzio

Un Paese civile, l'ho già scritto in altre occasioni, si vede anche da come si comporta in occasione di lutti e funerali; io non sopporto davvero gli applausi durante i minuti di silenzio (se si chiama "minuto di silenzio" un motivo ci sarà, no?), né durante le cerimonie funebri, mai! Anche per questo prendiamo ad esempio ciò che succede all'estero: si sta composti, zitti!

24 ottobre 2011

Ciao Sic



Due morti in diretta nel breve volgere di qualche ora, pur con le ovvie, grandissime differenze; non stavo guardando il GP ieri mattina, ho visto e rivisto l'incidente poi ed è davvero drammatico nella sua dinamica, nella sua inevitabilità, nella sua crudezza. Non so chi fosse Marco Simoncelli, non so come fosse davvero, intendo dire; era sicuramente un gran bel pilota, aveva già un bel passato alle spalle, e probabilmente un bel futuro davanti, non credo che lo si sarebbe potuto paragonare a Valentino Rossi, sicuramente però era il futuro del motociclismo italiano. Oltre all'incidente sono rimasto profondamente colpito da due cose: l'atteggiamento di Colin Edwards non appena si rialza e vede lì a fianco Simoncelli esanime sull'asfalto, senza casco. Sembra che Edwards, resosi definitivamente conto della situazione, rimanga attonito, incredulo, incapace di qualsiasi reazione; e poi lo sguardo di Valentino ai box, lo sguardo di un eterno ragazzo diventato uomo tutto di un tratto, lo sguardo di chi si confronta con la realtà e la scopre durissima, quasi insopportabile.

21 ottobre 2011

Boh!

Non sono contento dell'uccisione di Gheddafi, dell'omicidio di Gheddafi, della sua esecuzione, né tanto meno sono contento di averlo visto in TV negli ultimi secondi della sua vita, e da morto, insanguinato e offeso; non ero contento nemmeno di aver visto gli ultimi attimi di Saddam, né le foto di Bin Laden, né quelle, ancorché meno traumatiche e impressionanti, di Ceausescu, le prime che io mi ricordi. Era naturale che finisse così, era soltanto questione di tempo, ma si sapeva che la storia avrebbe seguito il suo corso, che la vendetta si sarebbe consumata prima o poi; l'unica possibile alternativa sarebbe stata un'azione di qualche gruppo speciale occidentale, ma ovviamente tutti si sono ben guardati dallo sporcarsi le mani in prima persona, molto meglio rimanere nell'ombra, fomentare la rivolta e aspettare la sua conclusione. L'ho già detto in altre occasioni, tutti hanno diritto ad un processo, ad un processo equo e imparziale, possibilmente da svolgersi in patria, come a Norimberga. E ora che non si cominci a dire che "così vanno le cose", non si cominci a rinnegare il vecchio amico messo da parte solo quando non serviva più, non si rinneghino 40 anni di collaborazione, non scalfita nemmeno da atti terroristici come Lockerbie o dai missili su Lampedusa. E non mi si venga a dire che, adesso, la Libia può cominciare il suo percorso di ricostruzione, come avvenne in Europa dopo la seconda guerra mondiale; è tutto completamente diverso: dal punto di vista economico non ci saranno i soldi investiti in Europa e, dal punto di vista sociale-politico, mancano le basi che comunque c'erano in Europa, manca il concetto di democrazia che c'era qui, manca tutto. E, come sperimentato quotidianamente in Afghanistan e in Iraq, non basta qualche anno per "instaurare" la democrazia, ci vorranno decenni, se non secoli.

18 ottobre 2011

Otel Bruni

Ogni tanto torno a "recensire" in modo dilettantesco, ma spero comunque utile, i libri che ho modo di affrontare lungo il mio cammino; l'ultimo in ordine di tempo, terminato giusto ieri sera, è Otel Bruni di Valerio Massimo Manfredi, quello coi capelli bianchi ed appassionato di storia, tanto per capirci. Innanzitutto è da sottolineare il fatto che si tratta della prima volta che l'autore si esibisce in un romanzo vero e proprio, ma devo ammettere che a me il racconto è piaciuto parecchio; fatte le ovvie, debite proporzioni è una specie di Malavoglia emiliano, la narrazione della saga della famiglia Bruni, una famiglia di grandi lavoratori, di contadini, da decenni. La famiglia, però, è anche un punto di riferimento, soprattutto in inverno, di viandanti e varie tipologie umane che passano da quelle parti, sapendo di trovare un riparo, nella grande stalla, in cui passare la notte al sicuro e al caldo. Un letto e qualcosa da mangiare c'è sempre per tutti! I due genitori, Callisto e la Clerice, affrontano la vita di tutti i giorni insieme ai 7 figli e alle 2 figlie, nel periodo che va dallo scoppio della prima guerra mondiale all'avvento della Repubblica al termine della seconda guerra mondiale e della partigianeria. Un racconto denso, avvincente, anche avventuroso, in parecchi casi scandito dall'ineluttabilità della condizione sociale dei protagonisti, dalla paura di molti di loro del futuro, delle novità, dal desiderio quindi di rimanere attaccati al proprio nido apparentemente sicuro. Un ritratto del mondo contadino, ma anche del mondo emiliano di un tempo e della rigida gerarchia esistente all'interno delle famiglie.

17 ottobre 2011

Politicamente scorretto

E' sbagliato, lo so, ma anche sabato, almeno per un attimo, ho pensato che la polizia a Roma avrebbe dovuto caricare i fucili con pallini veri, magari non letali, ma che comunque facciano male e parecchio; ho pensato, almeno per un attimo, che i blindati non dovevano indietreggiare di fronte alla massa di delinquenti, di criminali, ma avanzare a qualunque costo, o quasi. Non è assolutamente accettabile che una città sia messa a ferro e fuoco da marmaglie di quel tipo, si deve essere inflessibili sul campo, durante le manifestazioni, e ora.

15 ottobre 2011

Appuntamento a marzo?

Dunque, ricapitoliamo: ieri la Camera dei Deputati ha rinnovato la fiducia a Silvio Berlusconi e al suo governo dopo l'"incidente di percorso" di qualche giorno fa. C'è la maggioranza assoluta, risicata ma c'è, quindi nessuno può mandare via Berlusconi, se non Berlusconi stesso; se non si dimette, cioè, rimane dov'è, e non mi pare proprio che abbia intenzione di farsi da parte. Certo, sarà sempre più difficile governare, si rischia di andare sotto ad ogni votazione, soprattutto se legate a provvedimenti importanti, e quindi non si va avanti, l'Italia è ferma ormai da un anno e mezzo e non è una gran bella cosa.
Fini e Casini profetizzano (sperano?) che il governo possa adesso andare avanti, possa vivacchiare fino a dicembre, dopo di che si dimetta e si vada a votare a marzo 2012; ecco, è su questo che vorrei porre la mia attenzione. Dunque, si è sempre detto che, se si andasse a votare ora, vincerebbe abbastanza facilmente e nettamente il centro-sinistra; si mostrano sondaggi decisamente chiari, ci si basa sulle ultime amministrative dominate effettivamente dall'attuale opposizione e così via. Mi sorge però spontanea un'osservazione, seguita da una domanda: mi sembra che la maggior parte di questi sondaggi mostri un confronto elettorale tra il centro-destra con Berlusconi e il centro-sinistra, o sbaglio? In questo caso mi sembra abbastanza evidente che vincerebbe l'accoppiata PD-IDV. Se però Berlusconi si facesse da parte, o se lo mettessero da parte, siamo proprio sicuri che vincerebbe l'attuale opposizione? Nessuno credo che lo possa sapere, e nessuno credo che possa avere ben chiaro in testa quello che succederebbe se Berlusconi non ci fosse più; quanto è ipotizzabile, infatti, la continuazione dell'alleanza PdL-Lega? O quanto, invece, sarebbe ipotizzabile la nascita di un movimento di centro-destra (molto centro), formato da molti esponenti dell'attuale PdL, dall'UDC di Casini e, magari, da Fini e compagnia? Sicuri che non avrebbero chance persone tipo Alfano, Formigoni, gli stessi Casini e Fini? E, di fronte a questo scenario appena ipotizzato, cosa farebbero PD e IDV? Il candidato sarebbe Bersani, come da logica delle primarie, o qualcuno apparentemente più forte, Renzi o Vendola in primis?