27 febbraio 2011

Proposta seria per la Juve

Dunque, credo di aver finalmente trovato la soluzione a tutti i problemi della "Juve" e dei suoi milioni di tifosi: no, non sto parlando di riesumare Luciano Moggi, né di scongelare il clone di Zidane, Nedved, Zambrotta e Thuram, no, ho in testa una soluzione molto più semplice. Ritirarsi! Sì, ritirarsi dal campionato e da qualsiasi competizione, ammettere cioè la propria incapacità e starsene a casa; ma non sto parlando di ritirarsi da questo campionato, bensì di ritirarsi per sempre. Sarebbe molto meglio che continuare a collezionare figuracce. Punto e basta. Signori, si chiude!

25 febbraio 2011

Tripoli bel suol d'amore

Si combatte ormai attorno a Tripoli, capitale della Libia; ma Gheddafi resiste, o per lo meno così pare; secondo me, in realtà, è su una spiaggia alle Hawaii insieme a Bin Laden.

24 febbraio 2011

Ma che bel filotto

Tre partite in casa e tre belle sconfitte, due gol fatti, cinque subiti; molto bene, direi, Inter, Milan e Roma negli ottavi di finale di quella che era la gloriosa coppa campioni e che io, nel mio infinito romanticismo calcistico, non smetterò mai di rimpiangere. Si è perso contro la terza del campionato tedesco, la quarta-quinta del campionato inglese e contro una squadra ucraina che era alla prima partita ufficiale dopo tre mesi di pausa invernale, un successone, ripeto; e si è perso in casa, tutte e tre, e non avendo nulla da recriminare, Bayern, Tottenham e Shaktar Donetsk non hanno rubato nulla. Certo, c'è ancora il ritorno e tutto può succedere, però sarebbe ormai tempo di smettere di fare proclami sui modi di colmare il divario tra calcio nostrano ed europeo passando quindi all'azione; che si smette di delirare sulla costruzione di stadi moderni, in cui non si giochi solo al pallone, ma che ci sia anche il museo del club e cazzate varie. Investiamo sui giocatori, investiamo sui giovani, che si insegni loro a giocare a calcio, non solo a sollevare pesi e a correre come maratoneti; ma l'avete visto il torneo di Viareggio, che proprio in questi giorni è trasmesso dalla Rai? Ragazzi dai 17 ai 19 anni sono dei "Marcantoni" immensi, che scimmiottano ogni atteggiamento dei calciatori "adulti" e che corrono, corrono, corrono, ma non sanno nemmeno loro dove diavolo debbano andare; bisogna far correre il pallone, come si insegnava una volta, perché quello non fa fatica. Ah, tanto per chiarire: il gol di ieri sera di Gomez, scarsissimo centravanti del Bayern, mi ha fatto godere come un riccio.

19 febbraio 2011

Letture post-intervento

Durante questa mia lunga convalescenza sto avendo ovviamente modo di leggere molto, mi sto davvero sbizzarendo a destra e a manca alla ricerca di qualcosa che desti il mio interesse, almeno inizialmente; sono quindi passato dal poderoso e possente affresco semi-storico offerto da Umberto Eco ne "Il cimitero di Praga" (ogni tanto un po' prolisso e un po' confuso e confusionario, ma si legge abbastanza bene) alla storia d'Italia raccontata da Carlo Fruttero e Massimo Gramellini ne "La Patria, bene o male" (facile, divertente, interessante), dal tuffo nel passato adolescenziale grazie a Emilio Salgari e a Sandokan per arrivare poi a un volumetto che ricostruisce la storia a me sconosciuta dei Jedburghs, i reparti speciali degli eserciti alleati impegnati nella liberazione della Francia durante la seconda guerra mondiale ("Chiamati all'azione", dell'americano Will Irwin. Sono infine approdato a Primo Levi, di cui avevo letto soltanto "Se questo è un uomo": questa volta mi sono concentrato su quello che può esserne definito il prosieguo, cioè "La Tregua", la narrazione del lunghissimo viaggio di ritorno da Auschwitz a Torino. Viaggio non solo fisico, ovviamente, ma anche mentale, psicologico, viaggio all'interno di se stessi, del proprio io frantumato, annullato e annichilito da Auschwitz, dal suo orrore quotidiano. Le righe che seguono mi hanno colpito enormemente, penso che non abbiano bisogno di commento: "Ci (il soggetto è una dozzina di soldati tedeschi, abbandonati a se stessi dopo la fine della guerra; gli altri protagonisti del passo in questione sono Levi e alcuni compagni di viaggio) videro, e alcuni fra loro mossero verso noi con passi incerti, da automi. Ci chiesero pane: non nella loro lingua, bensì in russo. Rifiutammo, poiché il nostro pane era prezioso. Ma Daniele non rifiutò: Daniele, a cui i tedeschi avevano spento la moglie forte, il fratello, i genitori e non meno di trenta parenti; Daniele, che della razzia nel ghetto di Venezia era il solo superstite, e che dal giorno della liberazione si nutriva di dolore, trasse un pane, e lo mostrò a quelle larve, e lo depose a terra. Ma pretese che venissero a prenderlo strisciando a terra carponi: il che essi fecero docilmente".

18 febbraio 2011

Sanremo

Cari (?) amici (?), mi permetto di porgervi una domanda, anzi un paio: qualcuno di voi ha mai visto veramente un'intera puntata del festival di Sanremo? (o qualcuno di voi conosce qualcuno che l'abbia fatto davvero?) Se sì, mi sapete dire perché l'avete fatto, perché cioè vi siete posti davanti al televisore per 3-4 ore sentendo delle canzoni orrende e assistendo ad uno spettacolo a dir poco pietoso?

15 febbraio 2011

Laureata

Sembra ormai che la prova più forte che si porta a difesa della consigliera lombarda Nicole Minetti sia che la persona in questione è una persona intelligente e laureata con il massimo dei voti; ebbene sì, laureta col massimo dei voti. Non so quanto mi interessi, in realtà, la vicenda e non so nemmeno cosa ne accadrà della Minetti, ma una domanda mi frulla in testa: cos'è, una laureata, proprio grazie alla sua condizione di essere laureata, non può commettere crimini? Una laureata non può prostituirsi?

14 febbraio 2011

Presi in giro?

Chissà se quel fenomeno del calcio che risponde al nome di Marco Materazzi, inopinatamente campione del mondo nel 2006 grazie a una sfilza di juventini in campo e in panchina, si sente preso in giro ancora, anche oggi, dopo l'ennesima dimostrazione che, a ranghi completi, l'Inter con la Juve non vince mai, nemmeno per sbaglio!

11 febbraio 2011

Solo in Italia

Solo in Italia, purtroppo, può capitare che si discuta e quasi si litighi per un giorno di festa in più o in meno, soprattutto dopo che è già stata presa una decisione a riguardo; vorrei tanto sapere, sinceramente, se questo Paese è sempre stato così o se sta inesorabilmente peggiorando anno dopo anno.

08 febbraio 2011

Süditirol ist doch nicht Italien

Il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, ha annunciato che non parteciperà alle celebrazioni ufficiali per i festeggiamenti del 150° anniversario dell'unità d'Italia, in programma il 17 marzo prossimo; la decisione di Durni ha sicuramente un sapore populistico-demagogico, d'altra parte deve tenersi buono l'elettorato di lingua tedesca, ma bisogna comunque ricordare alcune cose, in merito alla vicenda sudtirolese che, come ha detto ieri sera Mentana durante il suo TG, non è mai stata affrontata in modo serio e definitivo. Il Sudtirolo è stato occupato militarmente dall'Italia, non è quindi vero che è una regione d'Italia; là non hanno mai vissuto Italiani prima del periodo fascista e gli Italiani che ci vivono adesso sono discendenti degli occupanti o comunque di gente che aveva degli affari in quel periodo. Il Suditrolo è stato colonizzato, hanno cercato di annullare le radici della sua gente, cambiando i nomi ai paesi, ai luoghi, imponendo l'uso di una lingua straniera, hanno reso al suolo un villaggio per costruirvi un lago e una centrale elettrica; nel corso degli anni poi, a entrambe le parti, è convenuto andare d'amore e d'accordo, ma resta il fatto che la popolazione autoctona non ha nulla a che spartire con l'Italia.