21 ottobre 2011

Boh!

Non sono contento dell'uccisione di Gheddafi, dell'omicidio di Gheddafi, della sua esecuzione, né tanto meno sono contento di averlo visto in TV negli ultimi secondi della sua vita, e da morto, insanguinato e offeso; non ero contento nemmeno di aver visto gli ultimi attimi di Saddam, né le foto di Bin Laden, né quelle, ancorché meno traumatiche e impressionanti, di Ceausescu, le prime che io mi ricordi. Era naturale che finisse così, era soltanto questione di tempo, ma si sapeva che la storia avrebbe seguito il suo corso, che la vendetta si sarebbe consumata prima o poi; l'unica possibile alternativa sarebbe stata un'azione di qualche gruppo speciale occidentale, ma ovviamente tutti si sono ben guardati dallo sporcarsi le mani in prima persona, molto meglio rimanere nell'ombra, fomentare la rivolta e aspettare la sua conclusione. L'ho già detto in altre occasioni, tutti hanno diritto ad un processo, ad un processo equo e imparziale, possibilmente da svolgersi in patria, come a Norimberga. E ora che non si cominci a dire che "così vanno le cose", non si cominci a rinnegare il vecchio amico messo da parte solo quando non serviva più, non si rinneghino 40 anni di collaborazione, non scalfita nemmeno da atti terroristici come Lockerbie o dai missili su Lampedusa. E non mi si venga a dire che, adesso, la Libia può cominciare il suo percorso di ricostruzione, come avvenne in Europa dopo la seconda guerra mondiale; è tutto completamente diverso: dal punto di vista economico non ci saranno i soldi investiti in Europa e, dal punto di vista sociale-politico, mancano le basi che comunque c'erano in Europa, manca il concetto di democrazia che c'era qui, manca tutto. E, come sperimentato quotidianamente in Afghanistan e in Iraq, non basta qualche anno per "instaurare" la democrazia, ci vorranno decenni, se non secoli.

3 commenti:

Oscar ha detto...

ieri, vedendo la foto del cadavere di Gheddafi trascinato per la strada ho pensato ad un passaggio di un libro che ricordo solo parlava di un imperatore di Bisanzio trascinato ancora vivo per la strada dalla folla che lo linciava. Ricordavo una frase del tipo "nessun altro imperatore fece una fine così orribile".
Poi ho pensato a piazzale Loreto e al fatto che (anche) quel fatto sia alla base delle differenze tra Italia e Germania nel dopoguerra (oltre che per le basi sociali-politiche che dici tu. Differenti anche all'interno dell'Europa).
Un solo appunto: Saddam è stato "regolarmente" processato, in due gradi di giudizio, e condannato all'impiccagione. Esattamente come a Norimberga. Anzi, da iracheni e non da americani, inglesi e francesi.
Poi si può discutere sulla pena di morte, ma se prevista dalla legge è applicabile.

Lorenzo ha detto...

Come giustamente dici tu, Saddam è stato "regolarmente" processato; e ovviamente anche il processo di Norimberga poteva e forse doveva essere celebrato in altro modo, ma le condizioni non lo permisero. Comunque, meglio una Norimberga fatta male, che un tribunale de L'Aja che non serve a nulla se non a processare fantocci senza ormai alcun potere, o Guantanamo, o piazzale Loreto, o la Libia di questi giorni.

Francesco Trizio ha detto...

Il fatto è che un dittatore deve aspettarsi una fine simile....
comunque penso che, al di là di tutto, Gheddafi ha dimostrato estremo coraggio (forse per delirio di onnipotenza) rimanendo nel suo Paese...infatti, avrebbe potuto rifugiarsi in qualche Stato "amico"!

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