20 marzo 2008
Alternative?
Anche la vicenda Alitalia sintetizza bene l'oblio, temo irreversibile, in cui è ormai sprofondato questo Paese: la situazione è chiara, mi pare, l'azienda è destinata al fallimento, da anni sono state cancellate molte rotte aeree, quotidianamente i cittadini spendono una valanga di soldi per l'ex compagnia di bandiera senza che ci siano poi dei profitti e il titolo in borsa è in picchiata da tempo immemorabile. All'orizzonte sembrava non esserci niente se non il fallimento, e invece parrebbe esserci l'alternativa, ossia la vendita di Alitalia ad AirFrance-KLM, non l'ultima arrivata in questo settore, che garantirebbe la sopravvivenza di Alitalia, seppur con un discreto ridimensionamento e un taglio delle enormi spese e degli esuberi di personale che sono stati invece trascurati in questi anni; la trattativa sembrava ben avviata, finché non sono intervenuti gli eredi dei Celti che abitano attorno a Malpensa e che non vedono di buon'occhio il fatto che questo aeroporto subirebbe un declassamento, i quali affermano candidamente che dell'Alitalia non gliene frega niente, finché poi non è intervenuto il nano pelato, il presidente calcistico "più vincente della storia", l'animatore turistico che ha detto, no, non possiamo vendere ai Francesi, si trovi una cordata italiana... ehm, Silvio, non c'è, è questo il fatto, e non viene fuori una dal nulla. O con i Francesi, o addio, Silvio, è questa la realtà!
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