06 novembre 2007

Tre pezzi di un'Italia che fu

"Il Barone" Nils Liedholm e Roberto Bortoluzzi, il fondatore di "Tutto il calcio minuto per minuto", se ne sono andati insieme, ieri, in silenzio, testimoni di un calcio che era ancora un gioco, un divertimento, un'occasione per stare assieme allo stadio o incollati alle radioline quando ancora si giocava a pallone alle 3 del pomeriggio e non a orari improponibili, testimoni di un mondo che non era ancora stato rovinato dal dio denaro, dalla violenza e dagli odi degli ultimi anni.
Enzo Biagi se n'è andato invece stamattina, anche lui in silenzio, e anche lui testimone di un'Italia che non c'è più ma che, a detta di tutti, anche lui, con i suoi libri e le sue trasmissioni, ha contribuito a realizzare; era sì diventato un po' paternalista, era inevitabile che accadesse, d'altronde, ma il suo giornalismo asciutto, immediato e comprensibile a tutti mancherà sicuramente nel quasi deserto culturale che ormai ci circonda.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non sapevo che Enzo Biagi si fosse soffermato anche su "calciopoli"... "Una sentenza pazzesca, e non perchè il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perchè costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome.
Una sentenza pazzesca perchè punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna.
E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perchè tutto è uscito fuori in un determinato momento?
Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l'ex Re d'Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti.
Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?".
Enzo Biagi, intervistato dal Tirreno del 16 agosto