21 ottobre 2010

La prima 'ngiazada

Normalmente la cominci ad aspettare già da metà settembre, quando il cielo si fa davvero blu, terso, sgombro di nuvole, quando le foglie cominciano ad ingiallire e quando cominci a dire "beh, speta che nom al sol, va là, ché all'ombra l'è frèt"; la cominci ad assaporare alla sera, quando avverti una strana sensazione, che non è freddo, ma qualche brividino, e allora accendi il fuoco (la caldaia è ancora spenta, per fortuna) e ti accoccoli davanti alla "'conomica", e la aspetti alla mattina presto, guardando fuori dalla finestra, scrutando i prati e i tetti "al rovèrs" del vicino alla ricerca di un velo di brina. Passa il tempo, senti che sta per arrivare anche se di preciso non sai ancora quando, la aspetti come una vecchia amica, e poi eccola che arriva, la prima "'ngiazada" della stagione; e allora, appena alzato, vai fuori sul balcone e respiri a pieni polmoni, giocando col fiato che esce dalla bocca, e sei felice. Sta arrivando l'inverno che, per noi montanari, è l'ambiente naturale, altro che calura ed afa estiva e poco importa, adesso, se a febbraio cominceremo ad annusare l'aria alla ricerca della primavera.

1 commento:

Oscar ha detto...

bel pezzo, complimenti!