27 febbraio 2007

Reise Nach München, erster Teil

Vado via qualche giorno e... cade il governo! Mah, quasi quasi sarebbe stato meglio rimanere a München (e scusate se continuo a usare il termine tedesco, ma in italiano non mi piace molto); vi avevo preannunciato che vi avrei scritto qualcosa di questa esperienza, e così faccio, cominciando dal lavoro! Fiera grande, gente veramente interessata non tantissima, ma comunque abbastanza, ho visto con i miei occhi famiglie di quattro persone armate di zaini e borse varie nel vano tentativo di raggranellare tutti i depliant possibili, giusto per averne una bella collezione a casa, perché immagino che non si possa essere veramente interessati, nello stesso momento, a una vacanza in Australia e ad una nelle terme tirolesi, o agli itinerari in bici in Arizona e lungo la valle del Reno, oder? Ho visto anche uomini e donne vestiti in modo improponibile anche per uno che non bada molto a queste cose come il sottoscritto, ho visto gente bere bevande dall'aspetto ripugnante, dal brodino alle 11 di mattina, a mix di succhi di frutta che in realtà non esistono in natura, ma ho visto anche gente che sapeva più cose dell'Italia di quante ne sappia io stesso, e la cosa è preoccupante.
I servizi pubblici tedeschi sono fantastici, bisogna ammetterlo, sempre puntuali (e se non lo sono, il passeggero ha diritto al rimborso del biglietto), in ordine, almeno fino a una certa ora del pomeriggio, precisi nelle indicazioni sulle destinazioni e sulle possibilità di coincidenze, insomma, in Italia, credo che la situazione sia leggermente diversa; e poi mi piace andare con la metropolitana, sempre che si riesca a non pensare a cosa potrebbe succedere in caso di attentato sotto terra, perché sui convogli sono rappresentati tutti i settori della società contemporanea tedesca che non fa assolutamente niente per apparire diversa da ciò che è. Voglio dire, la gente si veste come vuole, mangia e beve quello che vuole, si comporta un po' come vuole, all'interno ovviamente delle leggi, non cerca assolutamente di apparire diversa da quel che è in realtà; mi pare, invece, che da noi si sia arrivati a una specie di appiattimento generalizzato, e che la maggior parte delle persone, bene o male, si preoccupi troppo del pensiero degli altri, di quelli che ci stanno attorno e che magari incontriamo per un minuto su un treno della metro.

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