13 marzo 2011

150 anni

Complice il 150esimo compleanno dell'unità nazionale, mi sono trovato ad interrogarmi su che valenza abbia ora questa festa e soprattutto su cosa possa significare essere italiano e sentirsi italiano; innanzitutto mi pare che si possa affermare che nel 1861 ci fu un'unità parziale del territorio nazionale, visto che Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia non facevano ancora parte del neonato Regno d'Italia. A parte questo mi chiedo cosa voglia dire, per me, essere italiano... ebbene, non trovo risposte adeguate, lo ammetto senza problemi. Voglio dire, mi sento distante anni luce dal prototipo classico di Italiano che viene, da tempo, diffuso e amplificato un po' da tutti; il modello, cioè, di una persona poco affidabile, casinista, che ad agosto va in vacanza al mare perché vuole il caldo e rilassarsi al sole, il modello di una persona che canticchia canzoni napoletane, che non rispetta (o poco) le leggi. Sarò, forse, influenzato anche dal contatto frequente con i Talian che popolano le nostre località di villeggiatura, ma quel tipo di persona proprio non mi appartiene; cosa vuol dire, quindi, essere Italiano? C'è comunque qualcosa che ci unisce tutti quanti, oltre al fatto di vivere all'interno dei confini e di parlare la stessa lingua, o quasi? Mi sento più europeo, quasi, più "cittadino del mondo", e spesso ho l'impressione di avere molti più punti in comune con i Tedeschi che con i Talian; boh, poi mi emoziono sentendo le vicende dei giovani che hanno combattutto per la libertà durante il Risorgimento, però un'identità nazionale non riesco proprio a sentirla.

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